Il 41° Convegno Industria Felix dedicato al Centro Italia ha rappresentato l’occasione per un nuovo importante riconoscimento a Esserre Pharma: il Premio Industria Felix.

L’azienda e altre 89 realtà industriali operative nell’Italia Centrale sono state, infatti, insignite a Roma, nella prestigiosa sede dell’Università Luiss Guido Carli, del Premio Industria Felix, per essersi distinte in termini di performance di crescita, affidabilità finanziaria, vocazione internazionale e innovatività tra le oltre 250.000 imprese di questo territorio, che danno lavoro a 2,4 milioni di addetti.

Il convegno è stato organizzato da Industria Felix Magazine, trimestrale diretto da Michele Montemurro in supplemento a Il Sole 24 Ore, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, con il sostegno di Confindustria, con il patrocinio di Simest, con la media partnership de Il Sole 24 Ore e Askanews, con le partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking e Grant Thornton.

Il Premio Industria Felix e lo studio sulla realtà imprenditoriale dell’Italia Centrale

Il riconoscimento alle 90 aziende è stato attribuito alla luce dei risultati di un’analisi di Cerved Marketing Intelligence, la divisione di Cerved mirata a supportare la crescita delle imprese italiane attraverso servizi di Market&Sales Intelligence, Digital Marketing e Advanced Analytics, su un’ampia serie di indicatori relativi ad Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Toscana. Lo studio è stato presentato dal Market Intelligence Director di Cerved, Manuela Bravo.

In base all’analisi, le regioni dell’Italia Centrale hanno un problema di crescita: le imprese tendono a rimanere piccole e l’impatto della lunga crisi e della pandemia ha colpito di più rispetto al resto del Paese.

Il conflitto russo-ucraino frena la ripresa, con il fatturato delle imprese del Lazio, Toscana e Marche che nel 2023 sarà ancora a livelli inferiori rispetto a quelli pre-Covid. Investire in digitalizzazione, ampliare la propria presenza all’estero e affrontare consapevolmente la sfida della transizione ambientale sono le condizioni per superare questa fase.

Il report evidenzia che le regioni del Centro Italia si connotano per specializzazioni produttive molto diverse, con il Lazio caratterizzato da un’elevata presenza di imprese nel terziario, la Toscana più attiva nella produzione di beni retail, l’Abruzzo nelle utility e nell’energia, le Marche nell’industria, l’Umbria nel food & beverage.

Toscana e Marche sono caratterizzate da forti livelli di digitalizzazione, superiori alla media nazionale, e da un’alta quota di imprese che operano con l’estero; viceversa, Umbria e Abruzzo hanno bassi livelli di digitalizzazione e di internazionalizzazione.

Il Lazio vanta invece un buon livello di trasformazione digitale, ma un basso numero di imprese che esportano, a causa della forte specializzazione nei servizi.

Problema di crescita

In tutte queste regioni le imprese però tendono a rimanere piccole: ogni 100 mila abitanti, in Italia ci sono 593 società medio-grandi. Questo rapporto è più basso in tutte le regioni esaminate, con un indice più alto nelle Marche (549) e nel Lazio (544) e decisamente più basso in Umbria (501) e soprattutto in Abruzzo (solo 397).

Prima la lunga fase di recessione e poi la pandemia hanno generato forti impatti sulle imprese del Centro: in tutte le regioni esaminate i dati di consuntivo indicano una perdita del fatturato maggiore rispetto alla media nazionale (-4%), con una caduta molto consistente nel Lazio (-12,3%). Secondo le previsioni di Cerved, nel 2023, i fatturati rimarranno al di sotto dei livelli del 2019 nelle Marche (-0,3%), in Toscana (-1,4%) e nel Lazio (-2,6%); in recupero invece Umbria (+2,8%) e Abruzzo (+1,6%).