Ciao Marina, ci parli di te?
Sono Marina Andrielli, Psicologa del lavoro e delle organizzazioni e Responsabile HR Esserre Pharma. Mi sono laureata nel 2012, ho vissuto un’esperienza all’estero e poi è iniziato il mio percorso nelle Human Resources. Così però forse sembra troppo impostata! La verità è che io tra la scuola e l’università ero una cantante che voleva fare la psicologa e poi successivamente sono diventata una psicologa ed HR che gioca a fare la cantante nel tempo libero. Mi piace dire questa cosa perché quella parte di vita mi ha insegnato tantissimo a leggere le persone, i contesti, a vedere e vivere la diversità. Attraverso l’università ho dato un’interpretazione a quella che è stata la vita vissuta, la mia esperienza, ed ho capito che mi piaceva comprendere il potenziale delle persone. Mi emoziona molto, mi emoziona ancora adesso. Da lì in poi è iniziato un percorso che mi ha portato all’orientamento delle persone ed alla valorizzazione e lo sviluppo delle risorse umane.
Che ruolo ha l’HR in un’azienda?
Qualche tempo fa ho letto una cosa che fa un po’ ridere, ma è profondamente vera. Noi HR siamo un po’ motivatori, un po’ poliziotti, un po’ mamme. Siamo la regola e l’eccezione delle aziende, siamo coloro che devono valutare e selezionare, ma anche valorizzare, migliorare (laddove possibile), spronare e co-guidare insieme al Top Management.
Risorse umane è il lavoro CON le persone PER le persone.
Penso che si faccia quel che si è. Il mio compito è perciò rendere nota la qualità che già è presente all’interno della persona (che sia la passione o l’energia o la competenza) ed aiutarla a valorizzarla e ad esprimerla al massimo del suo potenziale. Provo grande soddisfazione quando accade questo.
Nel quotidiano quale è dunque il tuo compito in Esserre Pharma?
Ciò che faccio di più è incontrare persone, è un flusso continuo e quotidiano. Selezioniamo moltissimo, siamo un’azienda in crescita, che si sta strutturando sempre più. Negli ultimi due anni siamo passati da 30 a 70 persone tra agenti, consulenti e dipendenti. Il mio focus è dunque principalmente la selezione delle risorse umane.
Stiamo implementando però anche la formazione, che è un obiettivo primario per Esserre Pharma. Crediamo molto nello sviluppo delle persone ed abbiamo creato una Virtual room formativa, dedicata a fornire alle nostre risorse tutti gli strumenti necessari a crescere ed esprimere il proprio potenziale.
Ultimo, ma non ultimo, dedico molto tempo alla gestione delle risorse. Passo tutta la mia giornata con i dipendenti, vivo l’open space con loro e cerco di supportarli nella gestione efficace delle attività.
Cosa rende speciale il team Esserre Pharma e quali caratteristiche deve avere una risorsa per entrare a farne parte?
Ciò che rende speciale il nostro team sono la passione e l’orientamento all’innovazione. Queste due caratteristiche sono presenti in ognuno dei membri che lo compongono.
Il core business della nostra azienda è la ricerca, lo sviluppo, quindi nelle nostre risorse non possono mancare l’apertura all’esperienza ed all’innovazione, la flessibilità, l’adattabilità. La curiosità è essenziale.
Chiunque sia “passato”, abbia fatto parte del percorso di Esserre Pharma anche solo per un piccolo tratto, ha suggerito più o meno consapevolmente dei cambiamenti. Credo che ognuno di noi apporti un contributo essenziale.
Quanto è importante un team unito e sereno per un’azienda?
Tantissimo. Al di là delle competenze, la squadra muove un’energia che rende realizzabile qualunque cosa. Se ognuno apporta il suo contributo con pensiero critico, passione e motivazione, si raggiungono gli obiettivi e si ottengono successi.
L’ho visto nella crescita dell’azienda stessa. Quando c’è un team di lavoro interdipartimentale e i membri sono in armonia tra loro, l’ingranaggio funziona bene e va.
È cambiato il mondo del lavoro post Covid? E cosa è cambiato in Esserre Pharma?
Sicuramente è cambiato, perché le persone hanno capito l’importanza del bilanciamento vita-lavoro. Tutti ci siamo accorti di poter avere un orientamento all’obiettivo piuttosto che al compito. È cambiata la percezione di quanto sia importante essere adattabili al contesto, per quanto difficile esso sia. Inevitabilmente è cresciuto anche il nostro senso di precarietà nei confronti di un evento così drammatico.
Esserre Pharma ha avuto la fortuna di avere una struttura snella in un periodo in cui l’adattabilità era vitale e ha avuto la bravura di mantenere il giusto focus su quelli che potevano essere gli elementi di successo. Grande è stato il genio del Dottor Squillace e della Dottoressa Riccioni, perché le loro intuizioni hanno permesso all’azienda di continuare ad essere non solo competitiva sul mercato, ma addirittura di crescere. Ho fatto circa 30 assunzioni in pieno Covid, tra 2020 e 2021. Posso dunque dire che il Covid ha reso Esserre Pharma più forte e consapevole delle proprie caratteristiche vincenti.
Ultima domanda: un consiglio per le nuove risorse. Cosa fare e cosa non fare ad un colloquio?
Ad un colloquio, in primis, è importante avere chiaro se la posizione e l’azienda per cui ci stiamo candidando ci rispecchi, è importante che ci sia la piena consapevolezza che vogliamo fare proprio quello nella vita.
Secondo poi bisogna parlare in modo chiaro e trasparente, raccontarsi in modo accurato e cronologicamente sensato per dare la percezione di saper dare una consequenzialità agli eventi. Mostrare la propria energia e motivazione, perché queste sono le chiavi che muovono tutto – nella vita e nel lavoro!
Cosa non fare assolutamente? Non esprimere troppe negazioni e cercare di non essere troppo oppositivi nel raccontarsi. È giusto parlare dei propri momenti di difficoltà, ma sconsiglio di esprimere dissenso in merito a fatti o persone. Ci saranno altre occasioni per approfondire questi dettagli, al primo colloquio è bene esprimere il proprio valore.
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